Recentemente ho letto delle indagini statistiche che affermavano che nelle società monoculturali i conflitti e le tensioni sociali sono ridotti al minimo e pertanto, questo tipo di società sono quelle dove si vive meglio, mentre in quelle multiculturali si assistono a fenomeni come la ghettizzazione, l’emarginazione e la discriminazione che hanno come conseguenza il disadattamento e la frustrazione delle persone che inevitabilmente sfociano nelle fobie e nella violenze.
Perché nelle società multiculturali si crea il fenomeno della ghettizzazione? Perché l’uomo istintivamente si ricrea artificialmente una nicchia monoculturale, un po’ come i gatti istintivamente delimitano il proprio territorio, così noi o ci integriamo o ci ricreiamo un territorio con una cultura a noi affine e familiare.
Nelle società monoculturali vivono meglio anche le minoranze che, se rispettate, sanno bene in che ambiente si trovano e possono vivere tranquillamente perché, visto che non vengono percepite come una minaccia, generalmente sono bene accolte e tutelate, cosa che è molto più difficoltosa nelle società multiculturali.
Ma visto che nelle società monoculturali si vive meglio è possibile avere una società così nel terzo millennio? Penso purtroppo di no, perché esistono due tipi di multi cultura, una verticale e una orizzontale.
La multi cultura verticale è dovuta alla velocissima evoluzione della nostra società. Mentre nel passato le invenzioni erano eventi rari ed eccezionali, ora ne abbiamo una ogni minuto e con un ritmo frenetico cambiano la nostra vita, la nostra mentalità e il nostro modo di agire e di pensare, tutto questo, inoltre, viene amplificato dal bombardamento mediatico a cui siamo sottoposti.
Ma con una società che corre così non tutti tengono il passo, così c’è chi va avanti e chi rimane indietro, come in una corsa campestre, se si va piano piano, tutto il gruppo rimane unito, ma se invece si comincia a correre il gruppo si allunga e c’è chi inevitabilmente rimane indietro. Così è anche la nostra società, c’è chi sta al passo coi tempi e chi invece non ce la fa, così all’interno della stessa collettività notiamo differenze abissali tra soggetti: vediamo che c’è il super tecnologico, ma anche chi va vanti ancora con carta e penna. Questo non succede solo nella tecnologia anche negli affetti ci sono grandi differenze, e così abbiamo chi pratica lo scambio di coppia e chi uccide per gelosia, c’è chi crede nel matrimonio e chi non ci crede più, ma poi ci sono differenze anche nelle cose più banali come chi prende la tintarella integrale e chi si scandalizza e si vergogna anche a mettersi in pantaloncini, per non parlare poi di chi parla di droghe libere e di droghe vietate ecc. ecc. Così nella società che galoppa ci può essere chi corre troppo e chi riamane fermo. A questo aggiungerei anche chi, convinto di essere uno che va molto avanti, invece sta tornando indietro.
È chiaro che far convivere tutti questi diversi stadi di evoluzione/involuzione culturale non è semplice, se poi, a questo tipo inevitabile di multi cultura se ne aggiunge un altro di tipo orizzontale abbiamo raggiunto il massimo di invivibilità.
La multi cultura orizzontale si ha quando si mescolano popoli di cultura profondamente diversa o peggio incompatibile. Prendiamo, per esempio, un uomo del Maghreb che viene ad abitare e lavorare in Veneto, questi mediamente hanno una concezione della donna che noi avevamo qualche secolo fa e, per religione, non possono bere alcolici ne mangiare carne di maiale, vi immaginate che difficoltà ad integrarsi in una società come quella veneta dove se non mangi costine di maiale e bevi vino “no te sì gnanca omo”? E quali difficoltà incontrerà con i propri figli che vorranno integrarsi e troveranno i divieti del padre assurdi e anacronistici? Quest’uomo è venuto qui per trovare il benessere e, invece, a parte i soldi, quasi certamente avrà una vita da emarginato e i suoi figli da disadattati… sempre che non arrivi a compiere qualche gesto estremo come a volte si sente dalla cronaca… Così cercherà di trovarsi solo con persone culturalmente affini andando a formare una comunità nella comunità, dando vita al fenomeno chiamato ghettizzazione e col moltiplicarsi e ingrandirsi di questo fenomeno si creano i presupposti per tensioni e conflitti sociali.
Ovviamente questo è un caso limite e abbiamo dato uno sguardo a delle banalità, ma la stessa cosa succede un po’ per tutto, anzi per questioni più importanti di un bicchier di vino e di un pezzo di carne i conflitti diventano ancora più acuti.
Per evitare che questo succeda ci vogliono regole sull’immigrazione molto severe per permettere l’immissione nella comunità di un numero di immigrati che la collettività riesce ad integrare senza grossi problemi, oltre ad eliminare completamente il fenomeno della clandestinità. È così nei paesi civili come, ad esempio, Australia e Nuova Zelanda e qualcosa di simile ci vorrebbe anche qui da noi.
Ma come la mettiamo con lo spirito cristiano dell’accoglienza? Se questo non è un problema per chi predica, lo è invece per chi deve amministrare la cosa pubblica e pensare al bene comune applicando i principi cristiani. Per capire com’è la questione ci possiamo aiutare con qualche esempio: salire in 10 su un ascensore da 4 persone o in 15 su una barca da 10 è accoglienza o un atto criminale che mette a repentaglio la sicurezza di tutti i passeggeri? Con le debite eccezioni che confermano la regola, è evidente che accogliere su un mezzo più persone di quante ne possa contenere mette a rischio la sicurezza di tutti, allo stesso modo accogliere in una comunità più persone di quante questa riesca a integrare significa fare il male sia di immigrati che di indigeni, ma di questo argomento parlerò un’altra volta, quello che abbiamo visto e dimostrato è che in una società monoculturale si vive meglio.
Altra caratteristica delle società monoculturale è la sua diversità, peculiarità o addirittura unicità rispetto alle altre, ma questo è un bene o un male? Dipende dal mondo che vogliamo, certamente se aneliamo al mondo del grigiore della cultura unica globale la diversità è un male, se invece pensiamo a un mondo dalle mille culture e dai mille colori dei suoi popoli …allora è un bene. Personalmente penso che la diversità sia un valore da preservare, tutte le culture di tutti i popoli del mondo hanno una loro bellezza e devono essere tutelate e rispettate, ovviamente se, a loro volta, siano rispettose dell’uomo come persona. Immagino il mondo come la tavolozza di un pittore dove ogni colore rappresenta la cultura di un popolo, certe tavolozze offrono delle combinazioni di colori veramente stupende, e così anche il nostro mondo è bello proprio per le diversità e le peculiarità dei popoli che lo abitano.
Se invece cominciamo a mescolare i colori alla rinfusa tutta la bellezza se ne va, alla fine rimane un unico colore cupo tra il grigio e il marrone, che è il colore della cultura unica globale, il colore dell’annientamento delle culture dei popoli.
Riassumendo monocultura locale significa multi-cultura globale, invece multi cultura locale comporta monocultura globale, monocultura globale = non cultura. In queste righe è richiuso tutto il male o il bene che possiamo fare ai popoli del mondo: tante belle monoculture con le loro caratteristiche fanno un mondo multiculturale, rispettoso e bello, proprio per le sue diversità, al contrario tante multi culture si fondono nel grigio e nella negatività della monocultura globale, un’unica monocultura che fa emergere i peggiori falsi valori dell’umanità.
Si può tentare di obiettare dicendo che la società monoculturale è chiusa, ma anche questo non è vero, perché la chiusura o l’apertura di una società non dipendono certo da mono o multi cultura, se prendiamo, per esempio, il popolo Veneto nella sua storia è sempre stato organizzato in una società principalmente mono culturale, ma si è sempre dimostrato aperto all’innovazione, all’arte, alle scienze, alle culture e al commercio come pochi altri popoli, almeno finché è stato libero e indipendente.
Il bello di questo è che non sono idee o opinioni più o meno opinabili, ma incontestabili osservazioni di comportamenti umani; infatti l’esempio più eclatante ce l’abbiamo proprio sotto gli occhi e viene proprio dalla penisola italica del rinascimento: un rifiorire di bellezze e meraviglie, un territorio formato da tanti popoli e tante monoculture… fusi ora in un plumbeo grigiore della multi cultura nazional-socialista dello stato italiano…