Ultimamente, dando uno sguardo sui social, ho notato alcune pesanti critiche al Partito dei Veneti o a qualche suo candidato; nonostante che questo partito avesse rinunciato ad una comoda e sicura “carega”, che sarebbe sicuramente arrivata, se si fosse presentato in coalizione. Invece ha scelto di andare da solo, per avere le mani libere e poter portare avanti il programma senza vincoli e poter far qualcosa di concreto dopo l’immobilismo che c’è stato a seguito del referendum sull’autonomia.
Eppure ha messo insieme 10 movimenti, eppure è l’unico che può smuovere un po’ le acque! Si certo, c’è ancora molta strada da fare: lo statuto, la costituente… tutti step già previsti e che verranno subito dopo le elezioni, ma almeno aspettiamo quelli prima di criticare, vediamo il prodotto finito e poi semmai critichiamo.
Quello che più fa male, ma che crea anche qualche sospetto, è che le critiche non vengono dal mondo tradizionale della politica, ma da sedicenti indipendentisti puri, cioè quelle persone che più dovrebbero rallegrarsi per la presenza di questo partito.
Certo ci sono quelli che covano rancore per qualche torto subito in passato, ma i nostri ideali di libertà non dovrebbero essere superiori e più forti del desiderio di rivalsa e di vendetta? Personalmente ho messo il passato in un cassetto e cerco di guardare al futuro, i nostri ideali e obiettivi sono più nobili e importanti! Solo una persona abietta può cercare di danneggiare un progetto così importante per il nostro popolo solo per motivi di rivincita personale. Attaccando una persona non è che si danneggia solo quella persona, ma il progetto nella sua globalità, pensateci bene prima di farlo. Piuttosto, se un candidato non vi piace, invece di attaccarlo, datevi da fare per appoggiarne un altro che invece incontra le vostre preferenze.
Poi ci sono i manipolatori di opinione, cosiddetti influencer, ma io preferisco chiamarli deviatori. Cioè quelle persone che agiscono sui social o sui media con l’incarico di indirizzare (deviare) l’opinione di gruppi di persone. Fateci caso, il Partito dei Veneti è il bersaglio preferito di questi personaggi… perché? Perché questo partito fa paura al sistema, è l’unica novità in queste elezioni dove il risultato è già scritto! È facile screditare e instillare il dubbio, sputtanare e sminuire gli sforzi fatti e le persone. Un consiglio, prima di credere alla cieca a chi spara cavolate sui media è sempre meglio verificare la notizia, chiedere riscontri, sentire anche altre campane, non fidarsi ciecamente solo perché uno parla bene o alza la voce.
Ci sono, poi, i manipolati, che io chiamo deviati, persone che, in buona fede, abbindolati dai “deviatori” o “influencer”, come dei pappagalli, ripetono a raffica i discorsi dei manipolatori sui social e dappertutto dove ne hanno occasione. Non c’è verso di impostare un ragionamento ripetono frasi fatte e slogan e non accettano il confronto. Bisogna riconoscere che il lavaggio del cervello è stato fatto egregiamente, con questi non si ragiona, sanno già tutto loro.
Altra spina nel fianco sono gli ingenui utopisti. Se non si fa esattamente come dicono loro, se non si segue la (loro idea di) perfezione, non sono disposti ad accordarti la loro fiducia, non solo, ma spesso continuano a criticare. È vero, bisogna tendere alla perfezione ed ai sani princìpi, però farsi la guerra prima di raggiungere l’obiettivo non è molto logico. Sarebbe come se i partigiani si fossero fatti la guerra tra loro per questioni ideologiche prima di liberarsi dall’occupazione nazista, non è logico, non ha senso, così non avrebbero mai sconfitto i nazisti! Prima ci si libera, poi si discute sul da farsi, inutile dividersi su decisioni che prenderanno altri! Le questioni di principio è giusto porle quando si dovrà decidere, non adesso che le decisioni le prendono altri! Questo denota una scarsa intelligenza politica, fattore molto diffuso tra le genti venete.
Infine abbiamo gli astensionisti che, per combattere il sistema, la più grande cosa che sanno fare è astenersi… facendo la cosa che più piace al sistema, stare a casa (non per il Covid, ma quando c’è da votare), affinché nulla cambi. Questa è un’altra piaga che produce molti danni, se la marea di astensionisti votasse compatta un partito come il nostro le cose cambierebbero in fretta, ma finora non è mai successo. Purtroppo ci sono persone che pagano tasse e tributi, pagano il canone RAI, osservano le leggi, si comportano scrupolosamente come la TV ordina e… quando è ora di votare, quando potrebbero finalmente far valere i loro diritti, quando potrebbero finalmente determinare qualche cambiamento al sistema marcio in cui ci troviamo… ecco, mettono in atto la loro feroce protesta astenendosi e facendo decidere ad altri il loro destino.
Spero che nessuno tra i lettori di queste righe appartenga a una delle categorie di cui ho scritto sopra, per il resto, non ci rimane che sperare nell’intelligenza e nella consapevolezza dell’elettore e dell’elettorato in generale, auspicando che, una volta tanto, la superficialità venga lasciata da parte e che si abbia un voto veramente informato.
Cordiali saluti.
Francesco Falezza
Iscriviti alla mailing list:
Buongiorno, è un po’ che non scrivo, ero in attesa che il processo di unità politica veneta si completasse e che quei tasselli che mancavano andassero a posto, ma inaspettatamente mi hanno proposto di candidarmi alle prossime elezioni regionali per il Partito dei Veneti, con la conseguenza che non potevo più attendere, ma dovevo dire sì o no.
Devo dire la verità, non ne avevo l’intenzione, ma ho pensato che fare è meglio di non fare e agire è meglio che stare fermi e allora ho detto sì. Ho detto si perché penso di poter dare il mio contributo al processo di unificazione politica dei veneti e dare una mano alla realizzazione di questo sogno.
È vero che in Catalogna gli indipendentisti sono divisi in più partiti (comunque molti meno dei nostri), ma è altrettanto vero che i numeri che abbiamo non ci permettono ancora questo lusso, dobbiamo cercare di rimanere uniti almeno finché non raggiungeremo la massa critica.
Ho accettato la candidatura anche perché penso di poter dare un contributo positivo alla progettualità e all’indirizzo che questo partito prenderà dopo queste elezioni. Queste sono elezioni dal risultato scontato, ma nonostante questo, non meno importanti. Infatti solo se il nostro partito prenderà molti voti e i candidati indipendentisti molte preferenze, ecco, solo in questo caso si muoverà qualcosa, solo in questo caso è probabile che qualche competenza passi finalmente in capo alla nostre regione, che qualche riforma venga consentita, ed è anche per questo che ho accettato la candidatura. Spero di portare, se voi mi darete fiducia, un buon numero di voti alla causa che ci permetterà di centrare l’obiettivo. Se invece saranno le liste dei soliti partiti nazionali italiani a prendere voti (Lega, FDI, FI, PD, 5 stelle, ecc. ecc.) oppure quelle delle liste autonomiste civetta è facile prevedere che non cambierà nulla.
Queste elezioni presentano inoltre una grande novità che si chiama voto disgiunto. Cioè è possibile votare una lista diversa dallo schieramento del candidato presidente che si è scelto. Se uno volesse votare Zaia o Lorenzoni, potrebbe benissimo farlo facendo una croce sul nome del candidato presidente e contemporaneamente votare anche la lista Partito dei Veneti ed esprimere la sua preferenza scegliendo il candidato consigliere della nostra lista che conosce e di cui si fida. Questa è un’opzione in più che ha l’elettore, è ovvio, che noi auspichiamo un voto coerente, ma anche un voto disgiunto sarebbe un contributo al raggiungimento dei nostri obiettivi. Indispensabile, inoltre, barrare anche il simbolo della lista perché, se voti solo il simbolo del candidato presidente il voto non si trasmette alla lista collegata, mentre se barri il simbolo della lista il voto si trasmette automaticamente anche al candidato a presidente di regione.
Spero di averti dato delle buone notizie e informazioni utili, in questo periodo ci sentiremo un po’ di più del solito.
Cordiali saluti.
Francesco Falezza
Iscriviti alla mailing list:
Come avete ben capito sto parlando del neonato Partito dei Veneti, finalmente dopo tanta attesa è arrivato, o meglio, è partito, dove arriverà lo vedremo in futuro. Alla fine le varie anime dell’indipendentismo veneto hanno trovato un accordo per mettersi insieme.
Abbiamo sempre fatto fatica a capire i contrasti che di volta in volta creavano divisioni, abbiamo sopportato gli errori che poi portavano a spaccature e incomprensioni, ci siamo dati da fare per evitare che accadessero, ma alla fine non ci siamo mai riusciti, ogni volta è sempre capitato che qualcuno o qualcosa rovinasse tutto.
Speriamo che questa sia la volta buona e i presupposti perché lo sia ci sono tutti, ma… e c’è un ma, non bisogna ripetere gli errori del passato, perché, e questo è Einstein che lo dice, è assurdo pensare di fare sempre le stesse cose e aspettarsi risultati diversi.
Allora come prima cosa questo Partito dei Veneti deve essere inclusivo, cioè nessuno di quelli che la pensano allo stesso modo deve rimanerne fuori. Sembra ovvio, se la pensiamo allo stesso modo perché stare divisi? Ci sono vecchie ruggini e torti subiti da una parte o dall’altra da superare, sono d’accordo non è facile, ma ci dobbiamo riuscire.
Ci dobbiamo riuscire perché questa unità politica avrà quella credibilità che permetterà di raggiungere a breve e a medio termine traguardi e obiettivi adesso impensabili.
Ci restituirà quella voglia di fare e di impegnarci adesso latente in molti di noi, ci consentirà di tornare a sperare di avere la possibilità di realizzare concretamente e in tempi brevi i nostri obiettivi.
Quali sono quelle cose che permettono di stare insieme senza litigare? Le regole! È ovvio, è la scoperta dell’acqua calda e lo sanno tutti in una società, in una coppia o in un gruppo se non si vuole litigare ci voglio le regole, regole chiare condivise, rispettate e fatte rispettare a tutti.
Ecco questo nuovo partito se vuole essere inclusivo e non disfarsi alla prima difficoltà o il giorno dopo le elezioni deve avere delle regole, delle regole di ferro per permettere la serena collaborazione di tutti e, soprattutto, a garanzia di tutti.
Le regole, se sono fatte bene, danno le giuste garanzie a tutti e così possono permettere anche il superamento di diffidenze e dubbi che adesso sembrano insormontabili, sono quella cosa indispensabile per completare l’unità politica dei veneti.
Per questo serve una fase costituente subito, non è una perdita di tempo, ma un’azione indispensabile in cui si stabiliscono le regole comuni, i termini e gli obiettivi del progetto politico e il percorso per raggiungerli. Non occorre discutere per mesi come si è fatto in passato, questa fase, se si vuole, può essere anche molto breve, è un percorso tecnico che permette il raggiungimento di importati traguardi politici, ma non è ne eludibile ne rimandabile.
Rimandare questa fase comporta dei rischi che possono portare al fallimento di questa iniziativa. Se ci sono dei problemi è meglio affrontarli e risolverli subito, più si aspetta, peggio sarà.
Capisco che questo possa preoccupare gli attuali dirigenti, perché chi è capo adesso non è detto che lo sarà anche dopo, chi ha il posto in lista assicurato ora potrebbe non averlo assicurato dopo, penso che il principale ostacolo alla fase costituente sia proprio questo, paura di perdere qualcosa.
La realtà è che se non si darà seguito alla costituente le cose che si perderanno saranno molte di più e avere un posto in lista se non ci saranno eletti a cosa serve? Solo a spendere soldi!
Per risolvere questo problema posso suggerire di prevedere lo svolgimento di elezioni primarie per stabilire i candidati delle liste, questo comporterebbe che tutti avrebbero le stesse possibilità di concorrere senza timori di esclusioni, ma non solo, si avrebbe anche la garanzia di mettere in lista i candidati più forti e con più consenso. Nessuno avrebbe il timore di essere escluso a priori.
Come si può vedere, se si vuole, le regole a garanzia di tutti si trovano e l’unità è possibile. Per essere più forti, per essere più credibili è necessaria per raggiungere i nostri obiettivi! Coraggio ce la possiamo fare. Avanti così.
Francesco Falezza
Non è un momento buono per l’indipendentismo veneto, i problemi in questo momento sembrano essere altri: reddito di cittadinanza, quota 100, sicurezza, immigrazione, spread, fattura elettronica, illusioni di autonomia ecc. ecc.
L’indipendenza e la libertà sembrano questioni dimenticate dal nostro popolo, gli effetti della cortina fumogena sollevata ad arte dai problemi quotidiani che lo stato italiano continua a crearci sembra aver fatto il suo effetto, siamo sovrastati e bombardati da dibattiti e proclami dei politicanti di turno e, nel frattempo, la nostra libertà può attendere, ci penseremo più avanti, rimaniamo come inebetiti a sperare che qualcosa cambi in meglio per noi, mentre invece stiamo affogando nel pantano italiano.
Va bene, mi chiederete allora, che fare? Bisogna urgentemente riaccendere i riflettori sulla questione veneta, svegliare i cittadini dal torpore mediatico, spiegare quali sono le nostre vere preoccupazioni, raccontargli un po’ le cose come stanno e proporre la vera e unica soluzione dei nostri problemi che si chiama indipendenza. Adesso vi starete chiedendo come fare?
Tanti puntano alle elezioni regionali del 2020, ma queste elezioni rischiano di essere una disfatta per l’indipendentismo se non riusciremo a smuovere le coscienze, se non faremo qualcosa per raccontare e far sapere ai Veneti il nostro percorso verso la libertà e le opportunità che ne deriverebbero, in poche parole se non riusciremo ad avere quella credibilità e visibilità che ci permetterà di ottenere la fiducia della gente
Le elezioni regionali sono solo fra 16 mesi per cui il tempo a disposizione è pochissimo, bisogna muoversi subito e con azioni molti efficaci e di largo respiro. Visto che le risorse sono limitate, quale palcoscenico è più efficace e idoneo di una competizione elettorale? Dibattiti, tavole rotonde, programmi televisivi dedicati, manifesti, interviste… e poi il simbolo su tutte le schede elettorali, quale campagna pubblicitaria può dare tanto? Partecipare a tutte le competizioni elettorali è vitale per chi ha scelto di percorrere questa strada! Non c’è alternativa, uno non può partecipare a un campionato giocando solo dove sa di essere favorito, per vincerlo deve misurarsi anche sui terreni più difficili e ostili, anche se, forse, i risultati non saranno incoraggianti.
Le leggi elettorali dello stato italiano sono spesso illiberali e antidemocratiche: hanno messo in campo tutti gli espedienti affinché la volontà popolare venga disattesa!. Così hanno ridotto il numero dei consiglieri comunali per ridurre la rappresentanza delle liste minoritarie, hanno eliminato il suffragio universale per l’elezione dei consiglieri e del presidente delle province, hanno introdotto le liste bloccate nelle elezioni politiche e alle elezioni europee hanno messo degli sbarramenti insormontabili per le liste locali, proprio quelle che rappresentano il territorio.
In questo contesto è abbastanza normale essere scoraggiati ed è difficile continuare a credere nelle istituzioni democratiche, ma non bisogna cadere nelle loro trappola, quello che vogliono è la nostra rinuncia alla battaglia per i nostri diritti, soli contro tutto e contro tutti bisogna continuare a lottare democraticamente anche sapendo che le regole del gioco e gli arbitri giocano contro di te. Non c’è alternativa.
Nutro molto rispetto, anche se non ne condivido il percorso, per chi ha deciso di intraprendere una strada al di fuori delle istituzioni democratiche costituite, ma non capisco chi, invece, ha scelto la via elettorale e poi decide di non presentarsi alle elezioni, questa è una contraddizione che l’elettore non perdona e che mina seriamente la credibilità di tutti noi.
Ci sono le elezioni? Se abbiamo deciso di fare quel percorso dobbiamo partecipare, costi quel che costi. Come avrete ben capito sto parlando delle elezioni europee, è vero che a noi non piace l’Europa com’è adesso, ma l’unica strada per sperare in un cambiamento è partecipare alle elezioni e spiegare ai cittadini il nostro punto di vista. Anche perché il futuro di una repubblica Veneta indipendente è comunque inserito in Europa. Anche se è difficile fare degli eletti è comunque importante avere un ampio palcoscenico dal quale far conoscere le nostre idee, i nostri progetti e punti di vista. Non incassiamo i risultati adesso? Non importa lo faremo alle prossime elezioni regionali!!
Mi si risponde che non saremmo in grado di raccogliere le firme necessarie per presentare le liste, ma forse non si sa che la legge elettorale prevede l’esenzione della raccolta firme per molti soggetti e noi potremmo rientrare tra questi! Però solo se ci crediamo e se facciamo i passi giusti per tempo. Mi auguro che tutti o, almeno, i principali movimenti indipendentisti veneti si uniscano e collaborino a questo fine, unendo le forze e lasciando perdere vecchi rancori e vecchie divisioni. Collaborazione e unità unica via raggiungere i nostri obiettivi.
Queste necessarie prove tecniche di unità politica veneta daranno i propri frutti alle prossime elezioni regionali venete, preparazione necessaria e indispensabile, bisogna passare dalle parole ai fatti, dalla teoria alla pratica, dalle speranze alle azioni.
Se anche tu vuoi collaborare a questo progetto scrivimi all’indirizzo e-mail Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. , ti terremo informato e potrai aiutarci a realizzare i nostri obiettivi.
Cordiali saluti
Francesco Falezza
Mi piacerebbe sapere se c’è qualcuno che crede che nel nord Africa non esista nemmeno un porto sicuro. Importati autorità europee hanno dichiarato che non è possibile riportare i migranti indietro proprio perché nel nord Africa non esiste un porto sicuro, ma c’è qualcuno che ci crede?
È possibile che dallo stretto di Gibilterra alla foce del Nilo non esista nemmeno un porto sicuro? Eppure con questi paesi commerciamo e anche, se vogliamo, ci andiamo in ferie! È vero che dopo qualche attacco ai turisti le partenze sono molto calate, ma uno ci può andare come e quando vuole: Tunisia, Marocco, Egitto e Algeria, ovviamente con le opportune cautele. Vediamo che questi paesi sono considerati sufficientemente sicuri per noi, ma non per i migranti che, una volta partiti, anche se sono a poche miglia dalla costa africana, devono fare migliaia di chilometri per essere portati in Europa dove ci sono gli unici porti sicuri.
Ma siamo sicuri che sia proprio così? Personalmente penso che siamo di fronte alla solita balla colossale, ma, come tutte le balle, se ripetute in continuazione e confermate anche da alte autorità ecco che vengono “bevute” dalla gente che non si chiede come mai questi paesi sono sufficientemente sicuri per commercianti, imprenditori e turisti, ma non per naufraghi e migranti.
Ragionandoci su… si capisce che la storia dei porti sicuri è solo una balla per evitare che i “deportati” (chiamiamoli col loro vero nome) vengano riportati indietro, perché se questo succedesse, è evidente, che non partirebbe più nessuno ed è proprio questo che si vuole evitare in tutti i modi.
Ci troviamo di fronte a un fenomeno paragonabile alle navi negriere che portavano gli schiavi dall’Africa alle Americhe, visto che lo scopo è lo stesso: cioè fornire manodopera a basso costo a criminalità organizzata e ad imprenditori senza scrupoli.
Perché è assodato che la quasi totalità di queste persone sono migranti economici in cerca di fortuna, purtroppo non sanno che finiscono in un posto dove a causa di crisi, delocalizzazione, automazione e informatizzazione non trovano lavoro nemmeno i locali, figuriamoci se riusciranno a trovarlo loro.
La conferma che ci troviamo di fronte a dei veri deportati, più o meno consapevoli, è data dalla folta presenza di minori non accompagnati, cosa ci fanno questi lì in mezzo? Come ci sono arrivati? Chi ha pagato il loro viaggio? Non è che sono stati rapiti o venduti? (come dichiarato da diversi intervistati) Questa non è una vera e propria tratta di esseri umani? E spero che non ci sia ancora qualcuno che crede che questi siano profughi o orfani… ma nessuno indaga su questo…
Avete anche notato la propaganda e l’incentivazione dei mezzi d’informazione a questa tratta di esseri umani? Avete notato che nessuno parla delle cause della loro povertà? Avete notato come le precarie condizioni di queste persone vengono usate per giustificare e promuovere azioni che non faranno altro che aumentare all’ennesima potenza questo traffico e le persone in difficoltà?
Infatti continuare ad andare a prenderli per portarli in Europa significa alimentare, incentivare e favorire questo traffico di essere umani ed essere responsabili di tutte quelle morti che avvengono in mare, in pratica i veri responsabili di quelle morti non sono quelli che cercano di bloccare questo traffico, ma proprio chi li va prendere per portali in Europa facendo un’azione che provoca l’ingigantirsi del fenomeno migratorio.
Sicuramente vanno salvati e soccorsi, ma altrettanto sicuramente vanno riportati indietro per evitare futuri disastri e lutti.
Adesso andiamo a vedere gli effetti di anni di immigrazione incontrollata e clandestina cosa hanno provocato:
· I clandestini si sono sempre riversati al pronto soccorso così questo servizio si è intasato ed è diventato a pagamento
· L’abbondanza di persone in cerca di lavoro (in nero) ha fatto crescere a dismisura il fenomeno del caporalato e dello sfruttamento facendolo arrivare anche da noi.
· Tante di queste persone sono indotte o costrette a intraprendere la strada della criminalità e li troviamo nel traffico della droga o nel giro della prostituzione o dei furti e rapine.
· Molte zone sono diventate insicure a causa della presenza di immigrati clandestini e dei reati che commettono
· Nonostante l’aumento dei costi i servizi sociali, in genere, impiegano quasi tutte le loro risorse per assistere gli stranieri
· Le morti bianche (sul lavoro) sono aumentate in modo significativo
· I casi di cooperative e associazioni che lucrano in modo fraudolento sulla pelle dei migranti clandestini si è moltiplicato
· Sono comparse malattie tropicali e le coperture vaccinali non sono state ritenute sufficienti dal governo di allora
Potrei continuare ancora per un bel po’, ma senza andare avanti a riportare cose che sono sotto gli occhi di tutti, andiamo a vedere alcune conseguenze di tutto questo.
Come prima cosa succede che se uno è in difficoltà non riesce più a trovare un lavoro, anche se umile, e se lo trova deve accettare delle condizioni di lavoro al limite dello schiavismo, se chiede aiuto in comune per difficoltà abitative ed economiche si trova almeno 100 stranieri davanti in graduatoria, così vediamo che sono proprio le nostre classi più deboli e povere che sopportano il peso di questa immigrazione fuori ogni controllo, in pratica si trovano senza assistenza sociale perché assorbita quasi completamente dall’assistenza agli stranieri.
Così ci siamo resi conto che la sinistra italiana ha messo davanti ai nostri poveri, disabili, malati e vecchi… i baldi giovani immigrati clandestini attirati qui dal miraggio del dio denaro!
Non solo, ma vista la necessità di rispettare le regole di bilancio e continuando ad impiegare risorse per fare assistenza a queste persone che continuano ad aumentare, succederà che i livelli assistenziali continueranno a scendere.
In questo mondo che gira la contrario, siamo arrivati al paradosso che invece di esportare sviluppo, benessere e sicurezza sociale in Africa, esportiamo armi, guerre e destabilizzazione e in cambio importiamo miseria e disadattamento distruggendo quelle piccole e fragili sicurezze sociali che avevamo, col risultato che rimarremo senza anche noi insieme a loro.
Mi auguro che quanto prima la smettano di raccontarci balle e decidano di porre fine a questa deportazione di massa, spero che finalmente individuino quel porto sicuro in Africa dove convogliare le navi di salvataggio e così porre fine a tutti questi viaggi della morte, sogno anche che le potenze occidentali smettano di usare l’Africa e dintorni come terre ricche di materie prime da depredare, ma che si mettano a fare qualcosa di utile per i popoli che ci abitano.
Francesco Falezza