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Porti Sicuri

30 Agosto 2018
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Mi piacerebbe sapere se c’è qualcuno che crede che nel nord Africa non esista nemmeno un porto sicuro. Importati autorità europee hanno dichiarato che non è possibile riportare i migranti indietro proprio perché nel nord Africa non esiste un porto sicuro, ma c’è qualcuno che ci crede?

È possibile che dallo stretto di Gibilterra alla foce del Nilo non esista nemmeno un porto sicuro? Eppure con questi paesi commerciamo e anche, se vogliamo, ci andiamo in ferie! È  vero che dopo qualche attacco ai turisti le partenze sono molto calate, ma uno ci può andare come e quando vuole: Tunisia, Marocco, Egitto e Algeria, ovviamente con le opportune cautele. Vediamo che questi paesi sono considerati sufficientemente sicuri per noi, ma non per i migranti che, una volta partiti, anche se sono a poche miglia dalla costa africana, devono fare migliaia di chilometri per essere portati in Europa dove ci sono gli unici porti sicuri.

Ma siamo sicuri che sia proprio così? Personalmente penso che siamo di fronte alla solita balla colossale, ma, come tutte le balle, se ripetute in continuazione e confermate anche da alte autorità ecco che vengono “bevute” dalla gente che non si chiede come mai questi paesi sono sufficientemente sicuri per commercianti, imprenditori e turisti, ma non per naufraghi e migranti.

Ragionandoci su… si capisce che la storia dei porti sicuri è solo una balla per evitare che i “deportati” (chiamiamoli col loro vero nome) vengano riportati indietro, perché se questo succedesse, è evidente, che non partirebbe più nessuno ed è proprio questo che si vuole evitare in tutti i modi.

Ci troviamo di fronte a un fenomeno paragonabile alle navi negriere che portavano gli schiavi dall’Africa alle Americhe, visto che lo scopo è lo stesso: cioè fornire manodopera a basso costo a criminalità organizzata e ad imprenditori senza scrupoli.

Perché è assodato che la quasi totalità di queste persone sono migranti economici in cerca di fortuna, purtroppo non sanno che finiscono in un posto dove a causa di crisi, delocalizzazione, automazione e informatizzazione non trovano lavoro nemmeno i locali, figuriamoci se riusciranno a trovarlo loro.

La conferma che ci troviamo di fronte a dei veri deportati, più o meno consapevoli, è data dalla folta presenza di minori non accompagnati, cosa ci fanno questi lì in mezzo? Come ci sono arrivati? Chi ha pagato il loro viaggio? Non è che sono stati rapiti o venduti? (come dichiarato da diversi intervistati) Questa non è una vera e propria tratta di esseri umani? E spero che non ci sia ancora qualcuno che crede che questi siano profughi o orfani… ma nessuno indaga su questo…

Avete anche notato la propaganda e l’incentivazione dei mezzi d’informazione a questa tratta di esseri umani? Avete notato che nessuno parla delle cause della loro povertà? Avete notato come le precarie condizioni di queste persone vengono usate per giustificare e promuovere azioni che non  faranno altro che aumentare all’ennesima potenza questo traffico e le persone in difficoltà?

Infatti continuare ad andare a prenderli per portarli in Europa significa alimentare, incentivare e favorire questo traffico di essere umani ed essere responsabili di tutte quelle morti che avvengono in mare, in pratica i veri responsabili di quelle morti non sono quelli che cercano di bloccare questo traffico, ma proprio chi li va prendere per portali in Europa facendo un’azione che provoca l’ingigantirsi del fenomeno migratorio.

Sicuramente vanno salvati e soccorsi, ma altrettanto sicuramente vanno riportati indietro per evitare futuri disastri e lutti.

Adesso andiamo a vedere gli effetti di anni di immigrazione incontrollata e clandestina cosa hanno provocato:

·         I clandestini si sono sempre riversati al pronto soccorso così questo servizio si è intasato ed è diventato a pagamento

·         L’abbondanza di persone in cerca di lavoro (in nero) ha fatto crescere a dismisura il fenomeno del caporalato e dello sfruttamento facendolo arrivare anche da noi.

·         Tante di queste persone sono indotte o costrette a intraprendere la strada della criminalità e li troviamo nel traffico della droga o nel giro della prostituzione o dei furti e rapine.

·         Molte zone sono diventate insicure a causa della presenza di immigrati clandestini e dei reati che commettono

·         Nonostante l’aumento dei costi i servizi sociali, in genere, impiegano quasi tutte le loro risorse per assistere gli stranieri

·         Le morti bianche (sul lavoro) sono aumentate in modo significativo

·         I casi di cooperative e associazioni che lucrano in modo fraudolento sulla pelle dei migranti clandestini si è moltiplicato

·         Sono comparse malattie tropicali e le coperture vaccinali non sono state ritenute sufficienti dal governo di allora

Potrei continuare ancora per un bel po’, ma senza andare avanti a riportare cose che sono sotto gli occhi di tutti, andiamo a vedere alcune conseguenze di tutto questo.

Come prima cosa succede che se uno è in difficoltà non riesce più a trovare un lavoro, anche se umile, e se lo trova deve accettare delle condizioni di lavoro al limite dello schiavismo, se chiede aiuto in comune per difficoltà abitative ed economiche si trova almeno 100 stranieri davanti in graduatoria, così vediamo che sono proprio le nostre classi più deboli e povere che sopportano il peso di questa immigrazione fuori ogni controllo, in pratica si trovano senza assistenza sociale perché assorbita quasi completamente dall’assistenza agli stranieri.

Così ci siamo resi conto che la sinistra italiana ha messo davanti ai nostri poveri, disabili, malati e vecchi… i baldi giovani immigrati clandestini attirati qui dal miraggio del dio denaro!

Non solo, ma vista la necessità di rispettare le regole di bilancio e continuando ad impiegare risorse per fare assistenza a queste persone che continuano ad aumentare, succederà che i livelli assistenziali continueranno a scendere.

In questo mondo che gira la contrario, siamo arrivati al paradosso che invece di esportare sviluppo, benessere e sicurezza sociale in Africa, esportiamo armi, guerre e destabilizzazione e in cambio importiamo miseria e disadattamento distruggendo quelle piccole e fragili sicurezze sociali che avevamo, col risultato che rimarremo senza anche noi insieme a loro.

Mi auguro che quanto prima la smettano di raccontarci balle e decidano di porre fine a questa deportazione di massa, spero che finalmente individuino quel porto sicuro in Africa dove convogliare le navi di salvataggio e così porre fine a tutti questi viaggi della morte, sogno anche che le potenze occidentali smettano di usare l’Africa e dintorni come terre ricche di materie prime da depredare, ma che si mettano a fare qualcosa di utile per i popoli che ci abitano.

Francesco Falezza

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Cose da pazzi

20 Gennaio 2018
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Mi riferisco ad alcuni casi di cronaca recentemente accaduti: un quasi sessantenne denunciato perché ha reagito con un coltellino dopo essere stato pestato da una baby gang (a Milano e non a Napoli), al capotreno condannato dal tribunale di Belluno perché aveva fatto scendere un nigeriano senza biglietto oppure al macellaio condannato perché aveva ferito il ladro sorpreso a rubare in casa, ma di casi simili a questi ne sentiamo tuti i giorni.

Queste sentenze “al contrario” che condannano le vittime e assolvono i delinquenti fanno ribollire il sangue nelle vene e sono incomprensibili a noi veneti, ma servono a farci capire quanto coloniale sia la gestione della giustizia sotto la dominazione italiana.

Queste sentenze ci fanno capire quanto lontani sono dalla nostra mentalità e cultura le leggi e gli apparati di giustizia dello stato italiano, uno stato che difende ladri, truffatori e violenti e si scaglia in maniera inflessibile ed esemplare contro chi reagisce e si difende.

Uno stato occupante pronto a reprimere ogni cenno di autodifesa perché preoccupato che un giorno questa autodifesa si possa estendere anche contro di lui.

Uno stato che presidia il territorio con l’esercito , uno stato che da solo un’illusione di democrazia, che non applica la propria costituzione e che mantiene, di fatto, un funzionamento di stampo fascista tendente al mafioso.

Mi vien da ridere (per non piangere) quando sento e vedo le grandi autorità di questo stato che mandano messaggi per ricordare e non dimenticare le leggi razziali, le discriminazioni e le persecuzioni…. Dimenticando che sono state fatte proprio da questo stato che, ancora adesso, è continuamente condannato per il mancato rispetto dei diritti umani.

Per non parlare quando sento raccontare le storie dei nostri nonni e bisnonni, delle crisi economiche e delle sofferenze patite a causa della dominazione italiana, a causa della prima e della seconda guerra mondiale, guerre inutili e dannose dichiarate e provocate da questo stato infame.

Poi mi impressiona l’ignoranza di tanti veneti, che più hanno studiato e più ignorano la realtà dei fatti, vittime di una disinformazione sistematica piegata a legittimare un regime anacronistico e incapace di risolvere anche i più elementari problemi. Mi scandalizza una scuola che insegna una storia parziale e mistificata che non è la nostra e che nemmeno gli insegnati conoscono.

E per finire, cosa che mi fa specie, è la solitudine che trovo attorno a questi idee, tutti si lamentano e si incazzano, ma solo pochi si danno da fare e solo pochi si informano per capire, dobbiamo dare una svolta a tutto questo, non possiamo lasciarci annichilire e annientare così.

Indipendenza e libertà per il popolo veneto subito!

Francesco Falezza

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Lo scandalo

24 Dicembre 2017
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Si ha uno scandalo quando c’è un turbamento della coscienza provocato da un atteggiamento altrui che offende i tuoi principi morali, ecco l’atteggiamento che mi scandalizza è quello di estrema remissività, sottomissione e arrendevolezza dei Veneti di fronte a tutta una serie di eventi.

Mi riferisco, per esempio, a tutte quelle persone rovinate dal crack delle banche venete che hanno perso tutto quello che avevano, mi riferisco a tutti quelli che accettano di pagare tasse al livello dei paesi scandinavi e avere in cambio servizi terzomondiali, penso a quelli che accettano di fare ore e ore di coda al pronto soccorso prima di essere curati anche se si è disabili e/o molto anziani, oppure dover aspettare mesi per effettuare una visita medica, penso a quelli che hanno a che fare con i tempi biblici e con le sentenze creative della giustizia italiana, oppure quelli vittime delle severe sentenze contro chi si è difeso da ladri o rapinatori.

Per non parlare poi dell’allungamento dell’età pensionabile, in aggiunta alla drastica riforma del lavoro tanto che si può dire, senza timore di sbagliare, che hanno legalizzato il lavoro nero e lo sfruttamento dei lavoratori, per non parlare della gestione dei flussi migratori: ci raccontano che combattono i trafficanti di esseri umani, quando invece, in pratica stanno favorendo e legalizzando l’immigrazione clandestina. Andando a finire sul debito pubblico che continua ad aumentare nonostante continui tagli a servizi essenziali e agli enti locali, ma come mai se si continua a tagliare su pensioni e servizi essenziali il debito continua ad aumentare? Continua ad aumentare perché finora non si è mai tagliato sulle vere principali voci di spesa che sono: sprechi, corruzione, inefficienze e privilegi!

Per non parlare della questione veneta! Nessun rispetto delle autonomie costituzionali, cancellazione sistematica di storia, cultura, lingua, usi costumi e tradizioni venete!

Tutto questo viene accettato dai veneti con pacifica rassegnazione senza grandi proteste e manifestazioni, ne esternazioni di forte disappunto o disperazione, ma non tutti, c’è qualcuno che invece riesce a fare qualcosa in più e qualche parolaccia riesce a scriverla sulla scheda elettorale; ma la più grande protesta che i veneti riescono a fare è l’astensione dal voto niente altro.

Tanto, dicono, sono tutti uguali e non cambierà nulla. Però è vero che sono tutti uguali? La prima cosa per risolvere tutti questi problemi è individuare il nemico. Individuare il nemico è necessario per sapere contro chi bisogna combattere e ho l’impressione che la maggioranza dei veneti non ha ancora individuato il nostro vero nemico, la causa di tutti i nostri mali, l’artefice e la ragione dei nostri problemi.

Il nostro nemico si chiama stato italiano, la soluzione ai nostri problemi si chiama indipendenza, liberarci dalla dominazione italiana significa liberarci immediatamente da sprechi, corruzione, inefficienze e privilegi! E, cosa ancora più importante, riappropriaci della nostra identità, storia, cultura e, come effetto collaterale, anche dei nostri  soldi.

L’astensione dal voto ottiene il solo risultato di lasciare le cose come stanno, lasciamo perdere i partiti italiani, la salvezza dei veneti non arriverà mai da un partito italiano. Ci sono partiti indipendentisti veneti aiutiamoli a diventare grandi, sosteniamoli e mettiamoli alla prova, uniamoci contro il nemico comune e usiamo il metodo democratico per sconfiggerlo che è quello più efficace e quello che più temono.

Francesco Falezza

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Violare la legge

08 Novembre 2017
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La domanda che pongo questa volta è: ”Ci sono delle situazioni nelle quali è meglio violare le leggi vigenti piuttosto che rispettarle?”. Immagino già un coro di no, mai e poi mai un veneto può immaginare che sia legittimo od opportuno violare una legge, per un veneto la legge va rispettata sempre e comunque.

Ecco che l’opinione pubblica, in generale, giustifica il governo e la giustizia spagnola che vogliono incarcerare i governanti della Catalogna perché colpevoli di aver violato la legge spagnola.

Ma è sempre così? No, non è sempre così, in Europa ci sono migliaia di rifugiati politici che fuggono dai loro paesi, quasi tutti li giustificano e quasi tutti pensano che è giusto proteggerli… ma perché sono fuggiti? Perché, anche loro, hanno violato le leggi del loro paese e sono perseguitati dalla loro giustizia, ma sebbene abbiano violato le leggi del loro paese, noi li accogliamo comunque perché lo hanno fatto per salvaguardare i diritti e la libertà del loro popolo. Ma non hanno fatto la stessa cosa i governanti catalani? Non hanno violato le leggi spagnole per salvaguardare i diritti e la libertà del loro popolo? O esistono popoli di serie A e popoli di serie B?

Come mai se uno viola le leggi della Corea del Nord o della Siria o dell’IRAN per la salvaguardia del proprio popolo, anche in modo violento, è un perseguitato politico e va protetto e invece se viola, per gli stessi motivi, seppure in modo pacifico, le leggi della Spagna o dell’Italia è un comune delinquente e va incarcerato? A quanto pare si usano due pesi e due misure, come al solito, in Europa predicano bene, ma razzolano male e alla fine si comportano proprio come i peggiori regimi totalitari del mondo! Piegano e distorcono il diritto in base ai propri interessi e tornaconti, facendosene un baffo di giustizia e diritti umani.

Guardiamo ad esempio l‘Italia, nella precedente lettera abbiamo visto come le più alte cariche della repubblica non rispettino nemmeno la loro costituzione, ma se invece, è un comune cittadino a non rispettare la legge, le conseguenze possono essere molto gravi e l’apparato giudiziario comincia la sua azione, ma, nonostante questi rischi, mi chiedo è sempre stato giusto e corretto rispettare le sue leggi? Anche quando furono fatte le leggi razziali? Ovviamente no, quelle leggi non andavano rispettate e i veri delinquenti erano quelli che le rispettavano e le facevano rispettare, mentre gli eroi erano quelli che non le rispettavano! Eroi che rischiavano il carcere, e anche di peggio, per salvaguardare i diritti e, a volte , anche la vita delle persone.

Ma allora quando non è opportuno rispettare una legge? C’è una regola infallibile per stabilire quando una legge non va rispettata: quando viola i diritti dell’uomo. Quando una legge non rispetta i diritti riconosciuti da uno dei Patti Internazionali sui Diritti Umani non va assolutamente rispettata, anzi in uno stato democratico e civile andrebbe immediatamente abrogata o modificata nel rispetto delle Carte dei diritti dell’Uomo.

Così la Spagna, come l’Italia, che hanno leggi che non rispettano l’articolo 1 del Patto internazionale sui diritti civili e politici, riguardante il diritto all’Autodeterminazione dei Popoli, se fossero veramente dei paesi civili adeguerebbero i propri ordinamenti, costituzioni e leggi al rispetto delle Carte dei Diritti Umani, è il minimo che si possa chiedere a un paese che vuole definirsi civile e democratico.

Invece la Spagna ha spiccato un ordine di arresto per la violazione delle leggi spagnole, ma queste leggi non rispettano le carte dei diritti dell’uomo e vanno a colpire uomini che non hanno commesso alcuna violenza, ma hanno solo chiesto diritti e libertà per il loro popolo e vengono trattati come criminali, ma non sono criminali, sono eroi pronti ad affrontare il carcere per la libertà del proprio popolo, i veri criminali sono invece chi rispetta e fa rispettare leggi che non rispettano i diritti umani, come i governanti e i giudici spagnoli, le autorità europee ed eventualmente anche i giudici belgi se daranno seguito alle richieste spagnole.

Francesco Falezza

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Illegalità istituzionalizzata

18 Ottobre 2017
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In questi giorni, a proposito del referendum in Catalogna e di quello in Veneto, si sente parlare spesso di legalità, di legalità costituzionale e legittimità, abbiamo visto che per le autorità spagnole la legalità è addirittura ancora più importante della democrazia e del volere del popolo. Anche per le autorità italiane la legalità è più importante della democrazia, infatti tante richieste popolari vengono bocciate perché dichiarate illegali e se un giorno il popolo veneto chiedesse l’indipendenza, come ha fatto quello catalano, la reazione delle autorità italiane sarebbe simile a quella che abbiamo visto in Spagna.

Ma visto che la legalità è così importante da minacciare perfino la democrazia, andiamo a vedere quanta legalità c’è nel percorso che ha portato il popolo veneto sotto la dominazione italiana e poi, quanta legalità c’è nel sistema istituzionale italiano.

Le sventure del nostro popolo iniziano nel 1.797 con l’invasione napoleonica, nonostante la Repubblica Veneta si fosse dichiarata neutrale alla fine, fu invasa dalle truppe francesi, che in barba ad ogni principio di legalità internazionale e accordo prestabilito, si impossessò delle terre venete. Ma questa non fu la sola illegalità, quando il Maggior Consiglio votò il passaggio dei poteri alla municipalità provvisoria, secondo i documenti del tempo, non c’era il numero legale dell’assemblea per fare quella delibera, inoltre si cominciavano a sentire degli spari per cui i votanti, sentendosi minacciati, non poterono esprimere il loro voto in libertà, come avrebbero voluto i principi basilari della legalità.

Pertanto il trattato di Campoformio che cedeva la Repubblica Veneta all’Austria non rispettava alcun criterio di legalità, perché Austria e Francia si spartivano una terra che non era loro, se non in virtù di abusi, soprusi e l’unica legge rispettata era quella della forza e della prepotenza.

Da questo possiamo notare che tutti gli atti che decretarono la fine della repubblica veneta furono illegali sia dal punto di vista del diritto interno che da quello internazionale. Però, nonostante questo, da repubblica diventammo succubi dell’impero austriaco, facendo un pauroso salto all’indietro, non solo, perdemmo contemporaneamente anche la Liberté, Egalité e Franternité che avevamo prima e che dobbiamo ancora ritrovare.

Ma le illegalità non sono finite; infatti nel 1866 nella terza guerra di invasione (in Italia la chiamano d’indipendenza) nonostante le pesanti sconfitte subite dall’esercito italiano nelle battaglie di Lissa e Custoza da parte dell‘esercito Austro-Veneto (in quel periodo i veneti facevano 24 mesi di leva nell’esercito austriaco), a causa dell’alleanza con la Prussia, l’Austria si vide costretta a cedere le terre venete all’Italia.

Però in virtù delle battaglie vinte contro l’Italia e in onore del valore con cui si batterono i (pluridecorati) soldati veneti, pretese ed ottenne che le terre venete tornassero libere e che solo tramite un plebiscito il popolo veneto potesse scegliere se rimanere libero o sottomettersi alla dominazione italiana, la Francia avrebbe dovuto garantire la regolarità del plebiscito, fissato il 22 ottobre 1866.

Ovviamente anche questa volta di regolare e legale non ci fu nulla, in accordo coi francesi le truppe italiane invasero le terre venete due giorni prima del referendum, il voto era palese, ogni seggio aveva due urne, una per il si e una per il no, i seggi erano presidiati dall’esercito e su tutti i cittadini furono esercitate forti pressioni, la propaganda era a senso unico e molti subirono minacce, solo una parte degli aventi diritto andò a votare. Senza timore di sbagliare possiamo definire questo plebiscito una farsa messa in piedi solo per ratificare decisioni già prese tra le potenze in gioco a danno del popolo veneto.

Le illegalità comunque non finiscono qui, anche nel referendum del ’46 per scegliere tra repubblica e monarchia furono commesse irregolarità. Allora non si fece votare in Istria e in Dalmazia perché occupate dall’esercito jugoslavo, ma in quel momento quelle terre, dal punto di vista legale, appartenevano ancora all’Italia e un referendum non può essere considerato legalmente legittimo se alcuni territori appartenenti allo stato italiano non poterono votare.

Altra illegalità fu compiuta nel 1975 col Trattato di Osimo con il quale la zona “B” del Territorio Libero di Trieste (un bel pezzo di Istria da Muggia fino a Cittanova) fu ufficialmente ceduta alla Jugoslavia, questo faceva seguito ad un accordo del 1954, in quel periodo il 75% degli abitanti di quella zona era Veneto. Questo nonostante l’articolo 5 della Costituzione Italiana (approvato nel 1948, cioè molti anni prima) dicesse “La Repubblica, una e indivisibile,…”.

 

Da tutti questi fatti possiamo capire che i termini illegalità e legalità vengono usati a piacimento dal potere costituito indipendentemente dall’effettiva legalità o illegalità degli atti.

Notiamo che l’art. 5 della costituzione viene tirato in ballo quando fa comodo, ma in quel caso è stato infranto e parti del territorio italiano sono state divise e cedute senza battere ciglio. Il comportamento cambia invece se è un popolo a chiedere di autodeterminarsi, ogni richiesta viene definita illegale, ma andiamo a vedere quanta legalità e rispetto della costituzione c’è nella repubblica italiana.

Cominciamo dall’art. 5 dopo “una e indivisibile” c’è scritto: “riconosce e promuove le autonomie locali; attua nei servizi che dipendono dallo Stato il più ampio decentramento amministrativo …”. Invece ci rendiamo conto che lo stato, in aperta violazione delle norme costituzionali, non solo non promuove le autonomie, anzi oserei dire le ostacola, inoltre è molto carente anche nel decentramento amministrativo, infatti in molti casi ha addirittura un centralismo esagerato e inefficiente! Non solo, ma continua a gestire materie che per costituzione sarebbero di esclusiva competenza regionale, come l’agricoltura e il turismo  (art. 117 comma 4, i relativi ministeri furono addirittura aboliti anche da un referendum nel 1993), come le pari opportunità (art. 117 comma 7), come lo sviluppo economico (art. 117 comma 4, art. 119 comma 5). Questi i casi più evidenti ed eclatanti, ma sono tantissime le materie di competenza regionale gestite illegalmente dallo stato, con la colpevole complicità di corte costituzionale e capo dello stato!

Andiamo a vedere ora come comincia l’articolo 119 della Costituzione del ’48: “Le Regioni hanno autonomia finanziaria….” e andiamo vedere com’è stato modificato nel 2001: “I Comuni, le Province, le Città metropolitane e le Regioni hanno autonomia finanziaria di entrata e di spesa”. È incredibile! Il cosiddetto “federalismo fiscale” è in costituzione da quasi 70 anni! E nessuno lo ha mai attuato, e poi ci vengono a parlare di legalità. Alcuni partiti ne hanno fatto una bandiera, ma dovrebbero solo far applicare la costituzione!!

Purtroppo il primo ostacolo all’applicazione della Costituzione è proprio la Corte Costituzionale, ai vecchi parrucconi della corte bisognerebbe spiegare che non siamo più negli anni ’40 del secolo scorso e che il centralismo fascista/comunista oramai è superato.

Possiamo concludere che l’Italia non è un paese fondato sul lavoro, ma sull’illegalità, praticata e promossa dai più alti organi istituzionali, pertanto ci troviamo di fronte a un regime di illegalità istituzionalizzata!

Come risolvere la questione? Unica soluzione: indipendenza subito!

Francesco Falezza

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